Mondrian e il colore del Boogie Woogie

Victory Boogie Woogie

Il 1 febbraio 1944 moriva a New York il pittore olandese Piet Mondrian (1872-1944), uno dei massimi esponenti dell’Astrattismo del Novecento. La breve esperienza nella metropoli statunitense (1940-1944) costituì un momento di revisione senza precedenti nella sua carriera artistica. Le austere linee del pittore incontrarono il colore e la vitalità del Boogie-Woogie.

Mondrian e la realtà oggettiva

Mondrian nella natia Olanda esordì come un pittore impressionista. Nel 1912 si trasferì a Parigi, epicentro del terremoto delle Avanguardie. Qui si avvicinò alle forme cubiste e alla filosofia teosofica di Helena Blavatsky. L’incontro con la teosofia, che teorizzava la possibilità di raggiungere spiritualmente un grado di elevato di conoscenza della realtà empirica, segnò profondamente la vita e le opere di Mondrian.

Le convinzioni dell’artista olandese lo portarono a una progressiva geometrizzazione del dato materiale. Celebri le serie dell’Albero e del Molo (1913-1916). L’obiettivo di Mondrian era quello di rappresentare la realtà pura che non muta nella contingenza dei tempi. Scrive Mondrian:”L’aspetto delle forme naturali si modifica, mentre la realtà rimane costante. Per creare plasticamente la realtà pura è necessario ricondurre le forme naturali agli elementi costanti della forma, e i colori naturali ai colori primari”. Bandita è anche la curva, considerate inferiori potenzialmente alle rette.

Composizione

Nascono, così, la serie delle Composizioni, linee e colori primari, di Mondrian. Questa è la definizione dello stesso artista: ” Costruisco combinazioni di linee e di colori su una superficie piatta, in modo di esprimere una bellezza generale con una somma coscienza. La Natura (o ciò che ne vedo) mi ispira, mi mette, come ogni altro pittore, in uno stato emozionale che mi provoca un’urgenza di fare qualcosa, ma voglio arrivare più vicino possibile alla verità e astrarre ogni cosa da essa, fino a che non raggiungo le fondamenta (anche se solo le fondamenta esteriori!) delle cose”.

Iniziò, così, il Neoplasticismo. Le idee del movimento si ritrovavano nella rivista De Stjil, fondata nel 1917 a Leida da Mondrian e da Theo van Doesburg.

Mondrian a New York: il colore del Boogie-Woogie

L’arte di Mondrian si mantenne più o meno costante nei due decenni successivi. Una svolta nella ricerca pittorica dell’olandese la provocò la Seconda Guerra Mondiale.

Broadway Boogie-Woogie

Nel 1938 Mondrian si trasferì a Londra. E dopo l’invasione nazista dei Paesi Bassi lasciò il Vecchio Continente. Si rifugiò, quindi, come molti altri artisti ed intellettuali europei, a New York. L’anziano pittore, all’epoca aveva, infatti, 68 anni, nella Grande Mela visse una seconda giovinezza.

Frequentava regolarmente i locali più alla moda dove appassionò alla musica Jazz e al Boogie-Woogie. Qui tra i concerti di Dizzie Gillespie, di Charlie Parker e di Theolonious Monk, nella frenesia del ritmo sincopato della musica e nei meandri regolari della metropoli, la sua arte mutò.

La linea nera delle sue Composizioni si colorò di varie tonalità. La ricerca della realtà pura si spezzò. La sua arte virò verso la realtà empirica. Una rappresentazione della vivacità di New York, pur sempre nella sua rigorosa geometrica topografica, molto gradita all’artista olandese.

Le due opere che rappresentano al meglio la svolta artistica di Mondrian sono Broadway Boogie-Woogie (1942-1943) e l’incompiuta Victory Boogie Woogie (1942-1944), nella quale introdusse anche pezzi di nastri colorati.

Piet Mondrian, tuttavia, non ebbe modo di sviluppare l’evoluzione coloristica delle sue ultime opere. Morì nel 1944 all’età di 71 anni. Restano le sue ultime opere colorate dal suono del Boogie-Woogie.

 

 

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