Scipione Maffei e la nascita del museo moderno

L’11 febbraio 1755 moriva  a Verona il marchese Scipione Maffei, figura eccezionale nel panorama culturale del Settecento italiano. “Uomo nato nobile nella critica libera, franca, spregiudicata e originale”, scrisse di lui il grande Giacomo Leopardi. Ma conosciamo meglio il marchese che ha contribuito, con il Museo Lapidario, a creare la moderna concezione di museo quale luogo didattico e di studio.

La vita di Scipione Maffei
Scipione Maffei

Scipione Maffei nacque a Verona nel 1675 da una famiglia aristocratica. Da giovane si avvicinò alla poesia, entrando nell’Accademia dell’Arcadia, e alla carriera militare. Servì nell’esercito bavarese. Ritornato in Italia si dedicò al teatro e alle belle arti, divenendo un punto di riferimento nel contesto italiano. Interesse primario per Maffei fu anche la storia, basato sui documenti dell’epoca.

Rappresentante del cosiddetto “cattolicesimo illuminato”, a lui si deve la riforma dell’Università di Torino. Ma il contributo più significativo di Maffei è l’istituzione del Museo Lapidario di Verona.

Il museo nel Settecento

Il Settecento, il secolo dei Lumi, è stato il teatro di una profonda trasformazione per quanto riguarda l’ordinamento collezionistico. Questa mutazione è la diretta conseguenza del mutamento assetto teorico. Si passò, gradualmente, dalle Wunderkammer al museo come lo conosciamo noi oggi.

Wunderkammer

Le Wunderkammer (Le Camere delle Meraviglie), dove coesistevano arte e scienze, e le quadrerie, caratteristiche del Cinquecento e Seicento, miravano a magnificare la ricchezza dei collezionisti e creare meraviglia nel visitatore. L’obiettivo era, quindi, puramente celebrativo. Celebri proprietari di Wunderkammer furono: Rodolfo II d’Asburgo, Ferdinando II d’Asburgo, il medico napoletano Ferrante Imperato, il naturalista veronese Francesco Calzolari e il gesuita Athananius Kircher.

Nel Settecento alla meraviglia subentrò una più definita volontà classificatoria, che si affermò di pari passo con la distinzione e la specializzazione dello studio scientifico ed umanistico.

Il testo che meglio di tutti illustrare il nuovo indirizzo teorico è la Museographia (1727) di Caspar Friedrich Neickel. Il museo, per il mercante di Lipsia Neickel, doveva divenire un luogo di studio e di ricerca. La meraviglia veniva, quindi, disciplinata verso un studio più sistematico.

Il Museo Maffeiano di Verona
Museo Maffeiano in una foto d’epoca

Il Museo Lapidario, fondato nel 1738 da Scipione Maffei, s’inserisce nella nuova stagione di inizio Settecento. Lo scopo del Museo è quello di illustrare agli studiosi le “antichità parlanti”, vale a dire le epigrafi, divise in periodi storici definiti (greche, etrusche e latine) e disposte per facilitare la visione. Maffei radunò un significativo nucleo di epigrafi da Verona e dintorni. Inoltre, ne acquistò altre durante i suoi viaggi. Il marchese redasse anche un testo teorico sulla fondazione del museo.

Da un punto di vista architettonico,il museo è un 8esempio dell’incipiente gusto neoclassico e del museo d’ambientazione, di gran voga nel Settecento. Maffei commissionò, infatti, all’architetto Alessandro Pompei, un pronao ionico esastilo, addossato al Teatro Filarmonico cittadino.

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