L’isola degli ammutinati del Bounty

Isola Pitcairn

Nelle più remote acque dell’Oceano si celano delle piccole isole che racchiudono una parte di una storia conosciuta in tutti e quattro gli angoli della Terra, stiamo parlando dell’ Isole Pitcairn e dell’ammutinamento del Bounty (1789). Ma mandiamo per ordine e gradi.

Il viaggio del Bounty

Il HMAV Bounty, un vascello mercantile della Marina inglese, salpò il 23 dicembre 1787 da Spithead, nel Sud dell’Inghilterra, allo scopo di raggiungere Tahiti passando per Capo Horn, il punto più meridionale del continente americano. Ma non fu così. Le cattive condizioni del mare costrinse il capitano William Bligh ad invertire la rotta.  Il vascello giunse, quindi, dopo un lungo viaggio, nel Pacifico da Est. Nel corso del viaggio il vascello britannico incontrò delle isole non ancora conosciute a largo della Nuova Zelanda. Oggi le isole sono conosciute come Isole Bounty (Nuova Zelanda).

Tahiti

Raggiunta Tahiti nell’ottobre 1788, l’equipaggio vi si fermò per circa 5 mesi per raccogliere i frutti dell’albero del pane.  Il frutto tropicale era all’epoca ritenuto un efficace ed economico ricostituente per rinfrancare le forze degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni britanniche. Durante la permanenza nell’isola che stregò Gauguin l’equipaggio scoprì le gioie della vita locale accompagnandosi volentieri con le donne tahitiane.

L’ammutinamento del Bounty
Ammutinamento

Dopo esser salpato da Tahiti, parte dell’equipaggio del Bounty, capitanato da Fletcher Christian, si ammutinò al comandamento Bligh non riconoscendone più l’autorità. Non si conosce l’esatta ragione che spinse l’equipaggio a ribellarsi così violentemente. Probabilmente nella fatale decisione contribuì il tormentato viaggio d’andata e la famigliarità che si era instaurata tra le tahitiane e i marinai inglesi. Tornare indentro per godersi il paradiso in terra; cosa chiedere di meglio?

William Bligh e i 19 marinai rimasti a lui fedeli furono lasciati alla deriva in una scialuppa. Bligh raggiunse non senza difficoltà le coste dell’isola di Kupang in Indonesia. Tornato tempestivamente in patria, denunciò l’accaduto. Per gli ammutinati iniziò invece un’epopea non troppo felice.

Gli ammutinati del Bounty a Pitcairn
La Bibbia del Bounty. Testo cardine per gli insegnamenti di Adams

Dopo aver imbarcati alcuni polinesiani a Tahiti, gli ammutinati si stabilirono nel 1790 nelle isole Pitcairn (4  isole; l’unica abitata è Pitcairn, un piccolo atollo di 4 km quadrati), recentemente scoperte degli occidentali, scarsamente popolate e poco segnate nelle carte nautiche. Qui, per far perdere le proprie tracce gli ammutinati bruciarono la nave e distrussero anche l’ancora. Nelle remote isole la vita, però, si rivelò ben presto difficile. Si scatenò un accesso scontro etnico tra gli europei e i polinesiani. Nel giro di pochi anni i sopravvissuti del Bounty si contavano sulla punta di una mano.

Tra questi vi era John Adams che riuscì a pacificare la comunità. Adams assunse il ruolo di guida spirituale e morale educando la popolazione con i libri trovati nel Bounty. Si creò, quindi, grazie al marinaio inglese, a Pitcairn un piccola comunità anglicana. In onore ad Adams il centro abitato di Pitcairn fu chiamato Adamstown.

Pitcairn inglese
La bandiera delle Isole Pitcairn

I superstiti furono scoperti dal mondo esterno nel 1808 da una baleniera statunitense, Topaz. Nel 1814 anche gli inglesi raggiunsero Pitcairn e ne approvarono la costituzione di una colonia.

Nel 1854 154 dei discendenti degli ammutinati del Bounty furono trasferiti dalle autorità britanniche nell’isola di Norfolk, vicino alle coste australiane.

Oggi Pitcairn è un territorio oltremare della Gran Bretagna, abitata da 50 persone. Numerosi sono i problemi attagliano la piccola isola. Un sogno di un paradiso infranto.

 

 

 

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