Lo scontro diplomatico nel giardino d’Europa

Uno scontro diplomatico si è protratto per ben 71 anni nel cuore dell’Europa. I protagonisti di questa vicenda sono stati il piccolo Liechtenstein, una nazione di 160 km quadrati con una popolazione di circa 35 mila abitanti, e la Cecoslovacchia (dal 1993 Repubblica Ceca e Slovacchia). Una vicenda di soldi, di prestigio e di castelli.

I principi di Liechtenstein
lichtenstein-castle
Il castello di Liechtenstein in Bassa Austria

La casata di principi di Liechtenstein è stata una delle famiglie più in vista del Sacro Romano Impero. La fortuna dei Liechtenstein ha avuto inizio nei primi secoli del Basso Medioevo quando la famiglia riuscì ad acquisire vasti possedimenti. Tra questi vi era il castello di Liechtenstein nella Bassa Austria dal quale si è originato il nome del casato.
I territori dei Liechtenstein si concentravano tra Slesia, Moravia, Bassa Austria e Stiria. Il casato prosperò edificando sontuose ville  e castelli soprattutto in Moravia.
Il grande limite nella storia della famiglia fu che tutti i loro territori erano feudi di altre casate, in particolar modo degli Asburgo, di cui erano alleati, e non possedevano terre proprie. Il problema, causa della relativa marginalità politica della famiglia, fu risolto nel 1699.

Il Principato di Liechtenstein
Stampa
Il principato del Liechtenstein

Nel 1699, infatti, i Liechtenstein acquisirono dalla casata degli Hohemens la signoria di Schellenberg e nel 1712 la contea di Vaduz, territori liberi da un rapporto comitale subordinato.
Nel 1719 l’Imperatore Carlo VI d’Asburgo decretò l’unione dei due possedimenti della famiglia: nasceva nel cuore delle Alpi il Principato del Liechtenstein.  Per 150 anni, dal 1719, i principi non soggiornarono stabilmente a Vaduz, la nuova capitale nazionale, ma preferirono continuare a dimorare a Vienna e nei vari possedimenti in Moravia.
L’alleanza storica con l’Austria durò anche dopo la dissoluzione del Sacro Romano Impero nel 1806. In quello stesso anno il principato del Liechtenstein divenne formalmente uno stato indipendente. L’alleanza con l’Austria era dettata dal fatto che le maggiori proprietà della casata rientravano nei confini dell’Impero Austriaco.

Dalla dissoluzione dell’Impero Austro-ungarico alla Conferenza di Monaco
La dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, causata dalla sconfitta nella Prima guerra mondiale (1918) fu foriera di profonde conseguenze per i principi di Liechtenstein.

Il principio di autodeterminazione dei popoli, tema centrale nella composizione geografica postbellica, portò alla creazione della Cecoslovacchia. Ma nulla  apparentemente cambiò per i principi che continuarono ad essere proprietari dei vasti territori, situati in particolar modo in Moravia, ora parte della neonata nazione slava.

schlossvaduz
Il castello di Vaduz
Variò, quindi, per i principi la relazione con l’ente statale, dall’amica Austria, infatti, si passò alla sospettosa Cecoslovacchia. Forte restava la componente di lingua tedesca nel nuovo stato cecoslovacco e forte era l’ostilità della maggioranza slava verso la minoranza germanica.
Nella seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia pagò un prezzo altissimo. La Conferenza di Monaco (1938) sancì lo smembramento della Cecoslovacchia. Il principio di nazionalità portò Hitler a richiedere l’annessione delle regioni cecoslovacche, situate sui monti Sudeti e non solo, a maggioranza tedesca.  Nel 1939 anche quel poco che restava della Boemia e della Moravia fu integrato alla Germania. La Slovacchia divenne, invece, uno stato satellite del terzo Reich.
 Il Liechtenstein rimase neutrale, come la vicina Svizzera, e non riconobbe la decisione della Conferenza di Monaco. S’interruppero, così, nel 1938 le relazioni diplomatiche tra il piccolo stato alpino e la Cecoslovacchia.
Negli anni della guerra tra i cechi montò un deciso risentimento antitedesco. A guerra finita questo odio esplose in tutta la sua forza. E investì anche i principi del Liechtenstein.
I Decreti Beneš e il comunismo in Cecoslovacchia
Alla fine della guerra in Cecoslovacchia si ricostituì un governo democratico. Nel 1945 i decreti Beneš sancirono l’espulsione dal suolo cecoslovacco degli abitanti “afferenti alla nazione tedesca” e la conseguente espropriazione dei loro beni immobili. La legge provocò una massiccia migrazione della popolazione tedesca dalla Cecoslovacchia. Il decreto colpì duramente i principi del Liechtenstein.
I principi, infatti, con questi decreti perdevano 1600 km quadrati di terre di loro proprietà. Per intendersi 10 volte la superficie del principato del Liechtenstein. E perdevano anche 13 castelli disseminati tra Moravia, Boemia e Slovacchia. Una catastrofe per il casato. Vane furono le richieste dei principi.
Interrotti i rapporti con la Cecoslovacchia già nel 1938, tale decisione inasprì lo scontro tra le due parti. Negli anni del regime comunista cecoslovacco, instaurato nel 1948, fu vietato l’ingresso nel paese slavo dei cittadini del Liechtenstein. E lo stesso fece il principato. Uno scontro totale. I principi, privati dei loro possedimenti, si videro costretti a vendere parte della propria collezione artistica per fare fronte alle “difficoltà” economiche. Ad esempio misero all’asta il Ritratto di Ginevra Benci di Leonardo da Vinci, oggi al National Gallery of Washington (USA).
Oggi, la ripresa delle relazioni internazionali
3-hans-adam
Il principe del Liechtenstein Hans Adam II

La fine della regime comunista ha cambiato la situazione (1989). Nel 1993 i contendenti sono diventati tre a seguito della divisione consensuale tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Anche se per i Liechtenstein l’interesse prevalente era la riacquisizione delle proprietà ceche in Moravia. Gradualmente le due parti si sono avvicinate fino al 2009. Il 13 luglio 2009, infine, sono riprese ufficialmente le relazioni diplomatiche e commerciali.

In un documento ufficiale i due stati hanno dichiarato la formazione di una commissione di storici allo scopo di studiare le relazioni tra il Liechtenstein e la Repubblica Ceca. Ciò non ha impedito all’attuale principe sovrano Hans Adam II di Liechtenstein di continuare a richiedere la restituzione delle proprie proprietà. La vicenda non è giunta, quindi, a conclusione, ma il passo compiuto nel 2009 è stato storico.

La meraviglia di Lednice, il giardino d’Europa

 

lednice_uvodni_foto
Il castello di Lednice

Tra gli ex possedimenti dei principi del Liechtenstein spiccano per la loro bellezza e per la loro storia i castelli di Lednice e di Valtice. I due castelli, situati nella Moravia meridionale, non lontani dal confine austriaco, costituiscono un unico sito d’interesse storico-culturale. I due castelli e il parco che li unisce, sono stati inseriti nel 1996 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO.

Grazie all’operato dei principi del Liechtenstein tra XVII secolo e XX secolo, il paesaggio circostante i due castelli è divenuto un esempio unico di convivenza tra arte e natura. Si tratta di uno dei paesaggi artificiali (circa 200 km quadrati) più estesi al mondo. Il solo parco è più esteso dello stesso Principato del Liechtenstein! Nei due castelli si uniscono in maniera armoniosa lo stile gotico delle origini con il neoclassicismo. Un luogo unico per il suo splendore, definito, a giusta ragione,  “il giardino d’Europa” .

Non è difficile da credere che i principi del Liechtenstein ci vorrebbero ritornare!

 

Precedente Il Postreferendum, cosa succederà? Successivo Ludwig Lejzer Zamenhof, il Doktoro Esperanto