Ludwig Lejzer Zamenhof, il Doktoro Esperanto

Oggi 15 dicembre si ricorda la nascita di un grande innovatore e di un grande sognatore: Ludwig Lejzer Zamenhof, il Doktoro Esperanto, oculista e linguista polacco, creatore della Lingvo Internacia, meglio nota come Esperanto.

Ludwig Lejzer Zamenhof

Zamenhof nacque nel 15 dicembre 1859 a Bialystok, città del nord-est della Polonia, da una famiglia lituana di religione ebraica. La scelta del nome è un segno del futuro destino di linguista di Zamenhof. I genitori scelsero per il neonato il nome Ludwig Lejzer in onore a Francis Lodwick, mercante olandese, che nel Seicento pubblicò una delle prime grammatiche di una lingua artificiale.

Bialystok all’epoca era un popoloso centro dell’Impero zarista dove convivevano, non sempre pacificamente, diversi gruppi etnici: russi, ebrei, polacchi e baltici; tutti con le loro lingue e tradizioni. Zamenhof dall’esperienza giovanile maturò la convinzione che alla base delle incomprensioni e delle tensioni etniche vi fosse la diversità linguistica.

Nel 1874 il giovane Ludwig si traferì a Varsavia con la famiglia dove iniziò a studiare medicina e  oftalmologia. Zamenhof studiò a Mosca e Vienna, perfezionando le sue convinzioni sulle lingue. Maturò, quindi, il progetto di creare una lingua che fosse comune a tutti gli uomini quale seconda lingua per la comunicazione internazionale: Lingvo Internacia.

Divenuto medico oculista, intraprese parallelamente l’attività di linguista, anzi di glottoteta, creando una lingua artificiale. Dopo più di 15 anni di studio nel 1887 pubblicò la grammatica della sua nuova lingua Unua Libro. Zamenhof firmò l’opera con lo pseudonimo di Doktoro Esperanto, cioè colui che spera. La Lingvo Internacia divenne immediatamente conosciuta come Esperanto.

L’Esperanto ebbe sin da subito un discreto successo nella comunità internazionale. Nel 1905 a Boulogne-sur-Mar (Francia) si tenne il primo congresso internazionale esperantista. Al congresso parteciparono 700 persone, provenienti da più di 20 paesi. Negli anni seguenti si tennero altri Congressi sempre più seguiti.

La Grande Guerra bloccò lo sviluppo dell’Esperanto; la sua cultura pacifista e internazionalista fu spazzata via dalla crudeltà della guerra e dei contrapposti nazionalismi.

Negli ultimi anni di vita, Zamenhof fu attivo come traduttore. Il Doktoro Esperanto muore nel 1917.

Gli ideali dell’Esperanto
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La bandiera esperantista adottata nel 1911. Il verde rappresenta la speranza, il bianco la pace e la stella a 5 punte i continenti

Lev Tolstoj, uno dei primi esperantisti famosi riassunse l’utilità di studiare l’Esperanto in una frase: “Se l’umanità spendesse un po’ del suo tempo a studiare l’Esperanto, molti conflitti e guerre sarebbero evitati”.  L’ideale pacifista ed egualitario sono due punti cardini per Zamenhof e per tutti esperantisti. Superare le diversità linguistiche per comprendersi meglio e vivere in pace.

Scrive Zamenhof a questo proposito: “Io sono un uomo e guardo e considero l’intera umanità come un’unica famiglia; considero la tendenza dell’umanità a separarsi in diverse etnie reciprocamente nemiche e in comunità etno-religiose come una delle più grandi infelicità della storia che presto o tardi devono scomparire e per la cui scomparsa devo adoperarmi per quanto sia in mio potere.” La tendenza filosofica che è sottesa all’Esperanto è conosciuta come Homarinismo.

Zamenhof individuava nell’Esperanto uno strumento di democrazia tra i popoli; la creazione di una seconda lingua internazionale non etnica che ponesse tutta l’umanità sullo stesso piano. Il suo progetto non prevedeva la scomparsa delle lingua naturali.

L’ideale pacifista esperantista si accordò molto male con la storia del Novecento: le due Guerre, l’antisemitismo (ricordiamo che Zamenhof era ebreo e l’Esperanto fu assolutamente bandito nella Germania nazista e nell’Urss), i nazionalismi e infine il trionfo dell’inglese ne hanno decretato la sconfitta.

Molti sono stati gli esperantisti famosi. Tra questi citiamo: Lev Tolstoj, Edmondo De Amicis, Albert Einstein, J.R.R. Tolkien, Jules Verne, Umberto Eco, Robert Powell Baden e i papi Giovanni XIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.

La Lingvo Internacia
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Manifesto storico del Congresso universale di Ginevra (1906)

Ma che cos’è l’Esperanto? L’Esperanto è una lingua artificiale, cioè creata a partire da alcune lingue naturali o etniche. I vocaboli derivano da altre lingue: romanze (italiano, francese e rumeno), slave (polacco e russo), germaniche (tedesco e inglese), e non indoeuropee (giapponese). Forte è la presenza di vocaboli di derivazione latina. I detrattori dell’Esperanto rimproverano a Zamenhof una visione troppo eurocentrica.

La grammatica dell’Esperanto è improntato alla più assoluta semplicità; soltanto 16 regole, nessuna accezione o irregolarità, tre tempi verbali non flessivi ed uso di affissi e suffissi. Per dare qualche esempio: i sostantivi finiscono tutti in -o, gli aggettivi in-a, gli avverbi in-e, esiste un solo articolo la, il plurale si forma con l’aggiunta di-j, il tempo presente è sempre in -as, il tempo passato in -is e il futuro in -os. Il contrario di un aggettivo si forma con l’affisso mal-; ad esempio l’aggettivo granda (grande) e malgranda (piccolo). Tutti si legge come si scrive. Facilissimo, no?

L’Esperanto oggi

L’utopia di Zamenhof non ha avuto il seguito sperato. Oggi si calcola che nel mondo solo 2 milioni  di persone parlino Esperanto.

L’Esperanto è ancora usato, studiato, letto e rimane la lingua artificiale più parlata. Ad esempio l’Esperanto è al quattordicesimo posto come numero di pagine su Wikipedia. Esiste una letteratura e una musica in Esperanto.

L’Onu ne ha sostenuto l’insegnamento, quale strumento di pace, con due risoluzioni ufficiali. Molti sono i corsi di Esperanto disponibili online, come lernu!. Annualmente si tiene il Congresso Internazionale degli Esperantisti ed è attivo il servizio Pasporta servo. In Italia l’associazione di riferimento è la Federazione esperantista italiana.

Esperanto è una lingua di fratellanza, una lingua senza padroni ed una lingua democratica. Un’utopia che però è rimasta tale. L’inglese, infatti, è divenuto la lingua internazionale. L’ oligarchia ha vinto.

Chissà se mai un domani si giungerà alla democrazia delle lingue!

Un breve video per capire l’Esperanto e la sua utilità:

 

 

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