Il Postreferendum, cosa succederà?

La scorsa domenica si è votato per la conferma o meno della riforma costituzionale. I No hanno prevalso sui Sì di circa 20 punti percentuali. Matteo Renzi che aveva legato il destino del suo governo all’esito del referendum e alla conferma della riforma, appreso l’esito della consultazione, ha dichiarato conclusa l’esperienza del suo esecutivo. Oggi, dopo tre anni di governo, consegnerà le dimissioni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrà avviare, nei prossimi giorni, le consultazione per la formazione di un nuovo governo.

LE DIVERSE IPOTESI

Sono diverse le ipotesi in campo:

  • La Lega Nord e il M5S chiedono elezioni subito. Il problema è che questo non può accadere. Infatti  c’è una legge elettorale omogenea per la Camera e per il Senato. Alla Camera c’è l’Italicum, mentre al Senato c’è il Consultellum. Quindi difficilmente il Presidente della Repubblica Matterella scioglierà le Camere prima dell’approvazione di una nuova legge elettorale.
  • Il PD, come ormai è naturale che sia, è spaccato. La maggioranza, quindi Renzi, vuole un governo di scopo che possa modificare la legge elettorale per poi andare al voto tra Marzo e Aprile. Mentre la minoranza, da Bersani a D’Alema, chiede un governo che possa arrivare alla fine della legislatura (2018), guidato magari ancora da Renzi. Il chiaro intento della minoranza è quella di logorare il segretario del Partito Democratico per poi riprendersi la guida del partito.
  • il Nuovo Centrodestra, guidato da Alfano, è il classico partito a cui può andare bene quasi tutto. Tuttavia NCD è molto importante negli equilibri del Senato poiché ha un nutrito, anche se diviso, gruppo parlamentare. Insomma la vita politica del paese dipenderà dalle scelte di Alfano.
  • Forza Italia non si sa bene cosa vuole. Elezioni o un governissimo con il PD? In entrambi i casi rischia l’osso del collo, perché, nonostante la vittoria del No, è un partito che vale poco più del 10%.
  • Il capo dello stato, il presidente Mattarella, non vuole sciogliere le Camere; non almeno prima della decisione della Corte Costituzionale sulla costituzionalità dell’Italicum. Per questo motivo, molti hanno storto il naso, quando la Corte ha deciso di riunirsi il 24 Gennaio, una data giudicata troppo in là per i fautori del voto anticipato immediato.
QUINDI, COSA POTREBBE REALMENTE SUCCEDERE

Insomma, per il Capo dello Stato, trovare la quadratura del cerchio sarà molto difficile. Sopratutto perché le forze vincitrici del fronte del No, non si vogliono prendere responsabilità di governo. Anzi molte di queste chiedono che Renzi continui a fare il Presidente del Consiglio. Una posizione assurda considerando che queste hanno condotto una intera campagna elettorale con l’unico slogan: “mandiamolo a casa”.

Secondo me, la vittoria del No, ha sancito definitivamente la fine di questo governo e anche di questa legislatura poiché gli elettori hanno bocciato le riforme che erano la base di questa legislatura. Quindi una vera e propria sfiducia.  Si dovrebbe, quindi, a mio parere, andare al voto al più presto, magari varando un  governo di scopo di breve durata che cambi la legge elettorale. La legge elettorale probabilmente sarà  proporzionale. Un sistema che saprà tanto di Prima Repubblica, in cui non ci sarà mai un vincitore, anzi in cui tutti saranno vincitori. Sarebbe molto meglio, ma purtroppo impossibile, una legge elettorale maggioritaria con collegi uninominali che garantisca trasparenza, governabilità e rappresentanza.

L’unica nota positiva è che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Mattarella, da grande servitore dello Stato qual’è, troverà sicuramente un modo per uscire da questa impasse.

 

 

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