Justus Lipsius: un eroe europeo (suo malgrado)

Il 18 ottobre ricorre il 569 anniversario della nascita del filologo e filosofo fiammingo Justus Lipsius. Lipsius, la cui figura oggi è alquanto misconosciuta, fu tra le menti più brillanti della sua epoca.  Fu un eccellente latinista. La guerra lo strappò dagli amatissimi studi classici. Mise al servizio della sua terra, le Fiandre, la sapienza degli antichi. Il fine era quello di allievare la vita dei suoi compatrioti. Elaborò un sistema filosofico in cui i cardini erano l’ideale pacifista e la fratellanza dei popoli.

La sua vita e il suo pensiero testimoniano un percorso di studio e di condivisione del sapere per il miglioramento della nostra società. La vita di Lipsius non fu sempre facile. Ma nonostante le difficoltà ci ha lasciato un insegnamento ancora vivo.

L’istituzione comunitaria dell’Unione Europea presenta dei punti di contingenza con il pensiero lipsiano. E casualmente (o forse no) uno degli palazzi più importanti è a lui dedicato. Il Palazzo del Consiglio dell’Unione Europea è conosciuto come Justus Lipsius Building.

Lipsius è stato un eroe europeo in vita e lo è ancora oggi, sempre suo malgrado.

La vita di Justus Lipsius (1547-1606)
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Ritratto di Justus Lipsius; incisione su disegno di Peter Paul Rubens

Justus Lipsius nacque a Overijssel, piccolo paese vicino a Lovanio, nel 1547. Studiò presso l’istituto gesuitico di Colonia. Dimostrò un precoce interesse agli studi filologi pubblicando opere originali già in giovanissima età. Dopo il soggiorno romano (1568-1570) decise di dedicarsi allo studio degli autori latini, quali Tacito e Seneca.

In un’Europa divisa da invalicabili frontiere religiose Lipsius insegnò nella luterana università di Jena (1572-1574), nella calvinista Università di Leida (1577-1590) e nella cattolica Lovanio (1591-1606). Se da un lato il continuo passaggio tra gli steccati religiosi fu causa infinita di accuse e delazioni contro il filologo. Dall’altra testimonia l’universalità del messaggio della cultura umanistica. Libelli critici contro il filologo spuntavano continuamente. Lipsius non cercava la polemica, ma tentava di vivere in pace dedicandosi allo studio degli autori latini.

Particolarmente traumatico fu l’abbandono dell’Università di Leida dove, nonostante una rete di amicizie che comprendeva anche il botanico Clusius, celebre per l’introduzione dei tulipani in Olanda, il clima attorno a Lipsius si era fatto progressivamente più denso di critiche per il passato confessionale del fiammingo.

Nel 1591 tornò nella sua terra natale ottenendo la cattedra di latino all’Università di Lovanio. Qui, ormai fiaccato nel fisico e nell’animo, radunò attorno a sé un selezionato gruppo di studenti, riuniti nel contubernium, che educò secondo lo spirito di fratellanza neostoica. Il ritorno nella cattollica Lovanio portò con sé, al solito, una serie di polemiche sia dalla parte cattolica che, di riflesso, da parte dei suoi ex colleghi di Leida.

Lipisus si distinse negli ultimi anni per la fedeltà alla corona asburgica, diventando anche storiografo ufficiale degli arciduchi, e per l’adesione convinta al cattolicesimo. Sul letto di morte, come riporta il biografo Miraeus, sconfessò il suo “credo” neostoico. Morì nel 1606 a Lovanio, circondato dall’affetto dei suoi allievi. Anche i nemici, dopo la sua morte, non poterono che rendere omaggio all’uomo e all’umanista.

Lipsius e Peter Paul Rubens
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I Quattro Filosofi di Peter Paul Rubens, 1611-1612; Firenze, Galleria Palatina

Tra gli allievi più prediletti di Lipsius c’era anche Philip Rubens (1574-1611), fratello maggiore del pittore Peter Paul. Peter Paul Rubens (1557-1640), attraverso il fratello, acquisì coscienza del pensiero lipsiano.

Peter Paul Rubens, pur ammirando Lipsius, non fu mai un suo seguace stretto. Esempio sommo della vicinanza del pittore a Lipsius è il dipinto conosciuto come I Quattro Filosofi (1611-1612), conservato alla Galleria Palatina di Firenze.

Il dipinto raffigura Lipsius nell’atto di impartire una lezione ai suoi allievi Philip Rubens e Jan Woverius. Presente, seppure lievemente distante, è il pittore Peter Paul. Quadro affascinante e complesso per l’iconografia e per gli eruditissimi rimandi culturali.

E Philologia Philolosophiam fecit

Lipsius non nasce come filosofo. La sua professione è quella minuziosa e attenta del filologo. Gli eventi della sua contemporaneità gli fecero cambiare direzione. La guerra nelle Fiandre, suo malgrado, lo strappò ai suoi studi.

Usò, quindi, le sue armi, i testi antichi, per difendersi dalle conseguenze della guerra. Condivise il suo sapere per il bene della collettività. Il motto di Lipsius era, non casualmente, Moribus Antiquis. La fonte primaria su cui poggia il suo pensiero fu Seneca (4 a.C-65 d.C).

Attraverso l’insegnamento del filosofo di Cordoba Lipsius elaborò un prontuario per allievare le sofferenze dell’animo. La constantia è il concetto cardine del pensiero filosofico di Lipsius, oltre ad essere il titolo della sua opera più famosa, De Constantia (1584). Questa è la definizione di Lipsius: “Io chiamo constantia la forza dell’animo retto che non si piega davanti ai turbamenti degli eventi esterni”. Insomma un atteggiamento stoico in piena regola. Attraverso l’impassibilità della constantia si possono sopportare i dolori della vita, quali la guerra.

Lipsius non si limitò a prescrivere i rimedi per allievare l’animo, ma il suo sguardo abbracciò anche l’intera umanità con un autentico spirito universalistico. L’obiettivo constante di Lipsius fu il conseguimento della pace.

Nel De Politica (1587), attraverso una serie di citazioni degli autori antichi, presenta la sua proposta per il raggiungimento della pace. Fedele al modello monarchico considerava necessario educare il sovrano alle virtù per assicurare ai sudditi il benessere. L’opera fu fortemente criticata sia da parte protestante e dalla parte cattolica, tanto da finire all’Indice dei Libri proibiti (1591).

Lipsius fu uno dei più degni eredi della tradizione erasmiana sia nell’utilizzo della sapienza antica per il bene della contemporaneità che nel sostegno dell’ideale della convivenza pacifica dei popoli. E oggi la sua opera è ancora attuale e utile per gli studi umanistici, ma non solo.

Justus Lipsius Building
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Justus Lipsius Building a Bruxelles

La storia di Lipsius, però, non si fermò al 1606. La sua opera fu apprezzata e studiata anche nei secoli successivi. E al filosofo è oggi intitolato il Palazzo del Consiglio d’Unione Europa a Bruxelles. Nel Palazzo si tengono gli incontri ufficiali tra i membri dei governi dei paesi comunitari. Si tratta, quindi, di uno dei luoghi più importanti e decisivi della vita politica europea.

Ma perché la scelta di Lipsius? Perché era belga? Certamente questo ha influito, ma in realtà la motivazione è un’altra ed è per certi versi sorprendente.

Nel 1985 il governo belga decise di costruire un nuovo complesso per ospitare gli organi dell’Unione Europea. Nella zona individuata per l’edificazione del nuovo Palazzo del Consiglio dell’Unione Europea esisteva una strada intitolata a Lipsius (la Lipsiusstraat). La strada fu sostituita con il Palazzo. A parziale risarcimento dell’accaduto il Palazzo fu consacrato alla memoria del filosofo.

Questa ragione (puramente casuale) ha, quindi, decretato l’attuale intitolazione del Palazzo. Lo stesso si può dire per il prospicente Palazzo della Commissione Europea, il Palazzo Berlaymont, che deve il nome al Convento delle Suore di Berlaymont, che sorgeva precedentemente lì dove ora si riunisce la Commissione Europea.

Casualità o no, Lipsius merita l’intitolazione. Lipsius consacrò, infatti, la sua opera filosofica nell’offrire risposte per affrontare la guerra e le sue conseguenze. L’Unione Europea nacque dopo la seconda guerra mondiale per garantire la pace nel continente e per promuovere la fratellanza tra i popoli. Lo spirito universalistico e di comunione tra le genti che connota la base programmatica dell’UE trova una perfetta corrispondenza nel pensiero lipsiano.

 

 

 

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2 commenti su “Justus Lipsius: un eroe europeo (suo malgrado)

  1. Claudia il said:

    Molto interessante! Soprattutto per chi,come me, lavora, talvolta, nell’edificio del Consiglio Europeo, dedicato, appunto a questo grande umanista. Ho letto anche altri articoli di questo blog, ugualmente stimolanti. Grazie!

    • Duccio Ristori il said:

      Ti ringraziamo molto. Ci fanno piacere questi complimenti. Il nostro sito è aperto da poco e sentirsi dire che i nostri articoli sono stimolanti è molto bello. Grazie di nuovo.

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