Dalla Breccia di Porta Pia alle Unioni Civili

Oggi è l’anniversario di una data importante. Il 20 Settembre del 1870, l’esercito regio sfonda le mura adiacenti Porta Pia ed entra a Roma mettendo fine al potere temporale del Papa. Roma viene quindi annessa all’Italia e ne diventa la capitale. Finalmente l’Italia è unita anche se mancano all’appello il Trentino e Trieste che saranno conquistate dopo la prima guerra mondiale.

Questa conquista mise a ferri corti, ancora di più, il rapporto tra il papa, detentore del potere spirituale, e lo stato italiano che era formalmente laico. Quindi Pio IX, per ritorsione, formulò nel 1874 il cosiddetto “Non expedit”. Il papa con questa espressione suggeriva al popolo cattolico di non partecipare alla vita politica, astenersi alle elezioni e di non riconoscere lo Stato Italiano.

Dopo quel pontificato i rapporti tra stato e il papato cercarono di essere sempre più distesi, sopratutto con l’avvento dei moviBreccia di Porta Piamenti socialisti. Fu siglato nel 1913 il Patto Gentiloni con il quale i cattolici si impegnavano a votare i candidati liberali e essi si impegnavano a non votare leggi contro la chiesa. Solamente nel 1919 il “Non expedit” fu ufficialmente abrogato da Benedetto XV.

Altra data importante che ha risolto la “Questione romana” fu la ratifica degli accordi lateranensi, nel 1929, tra lo Stato fascista e il Papa. Questi accordi prevedevano sopratutto la concessione di un piccolo territorio al Vaticano, il riconoscimento del cattolicesimo come religione di stato e l’insegnamento della religione a scuola.

Successivamente, caduta la dittatura fascista, iniziarono i lavori della costituente che inserirono in Costituzione, precisamente all’articolo 7, i Patti Lateranensi siglati nel ’29. Questo fu votato anche dal Partito Comunista con l’eccezione di Marchesi. Quindi, l’influenza della chiesa è sancita da una norma costituzionale. Nel 1974 arrivò il primo colpo “elettorale” alla chiesa con la sconfitta al referendum sul divorzio. Nel 1984, un altro referendum sancì la conferma della legge sull’aborto. Furono le prime sconfitte morali ed etiche della chiesa. All’improvviso non aveva più quel grande potere d’influenza che l’ha caratterizzata, almeno in Italia, per tutto l’800 e parte del ‘900.

Nel 1984 fu siglato un nuovo concordato tra il Presidente del Consiglio Craxi e lo Stato Vaticano. Questo accordo prevedeva il 8×1000 alla chiesa Cattolica nelle dichiarazioni Irpef e la possibilità per lo studente di non partecipare alle lezioni di religione.

Tutt’oggi il dibattito sull’abolizione del concordato è aperto; ne è un esempio lampante la critica che molti lanciano nei confronti delle scuole che espongono il crocifisso nelle classi. Altri trovano ingiusto che la Chiesa possa interferire nelle decisioni politiche italiane. Negli ultimi mesi, da parte dei movimenti cattolici c’è stata una protesta per l’approvazione dell’Unioni Civili tra persone dello stesso sesso. Tale contestazione, che è arrivata alla minaccia elettorale, è riuscita in parte nel suo intento. Infatti la parte che disciplinava l’adozione di un bambino è stata stralciata ed era il fulcro importante della legge.

Comunque, almeno, un passo avanti nei Diritti è stato fatto da parte del parlamento italiano. Ma comunque rimane il rammarico, che per una semplice ritorsione elettorale, non sia stato fatto di più. Sperando nel futuro.

 

 

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