Rodolfo II e la fine dell’Età dell’oro

Il 20 gennaio 1612 moriva a Praga l’imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II d’Asburgo (1552-1612). Una figura veramente eccezionale ed affascinante. Rodolfo II, uomo solitario ed eccentrico, ha modellato una città, Praga, ed un’epoca, l’età rodolfina. Con la sua morte si chiuse il Rinascimento e l’Umanesimo in Europa.

Al mestiere di Imperatore preferì quello di mecenate, di collezionista e d’alchimista. Dalla sua corte passarono Tycho Brahe, Johannes Kepler, John Dee, Edward Kelley, Giuseppe Arcimboldo, Bartholomeus Spranger, Hans van Aachen ed altri.

Rodolfo II
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Hans van Aachen, Ritratto di Rodolfo II

Rodolfo nacque a Vienna dall’imperatore Massimiliano II d’Asburgo e da Maria di Spagna, sorella del re spagnolo Filippo II. I genitori di Rodolfo erano cugini di primo grado. Questa prossimità genetica dei genitori influì sull’equilibrio mentale del figlio. Rodolfo trascorse diversi anni della gioventù a Madrid, dove non si adattò mai alla solenne vita di corte.

Divenuto imperatore (1576), a 24 anni dopo la morte del padre, Rodolfo II operò nel 1583 una scelta decisiva per la sua storia personale: lo spostamento della capitale imperiale da Vienna a Praga. Tra i motivi che pesarono su questo provvedimento vi era sicuramente la minaccia turca che incombeva ormai da tempo su Vienna.

Praga, che era già stata capitale dell’Impero nel corso del XIV secolo con Carlo IV di Lussemburgo, si trovò, quindi, inaspettatamente ad essere il centro del potere asburgico. Da non sottovalutare una motivazione più nascosta nello spostamento della capitale. Praga era, infatti, una città dal forte richiamo esoterico e magico.

La passione artistica di Rodolfo II

Rodolfo II dimorò, quindi, nel Castello di Praga, già residenza dai tempi di Carlo IV. Il giovane Imperatore ereditò dal padre la corte, nella quale spiccavano grandi personalità.  Tra queste vi era il pittore milanese Giuseppe Arcimboldo (1526-1593), presso la corte degli Asburgo dal 1562. L’artista lombardo si trasferì a Praga dove operò fino al 1587, quando ormai anziano rientrò nella natia Milano.

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Vertumno

L’opera più famosa e celebrata di Arcimboldo, il geniale pittore che ritraeva la persone in verdura, è senz’altro il Vertumnus (o Vertumno) (1591, Castello di Skokloster, Svezia). Nel celebre dipinto Rodolfo è identificato con Vertumno, il dio romano della Metamorfosi. Il viso e il busto dell’Imperatore è composto da frutta e verdura. Il quadro è un’icona immortale dell’età rodolfina.

Nella Praga rodolfina lavorarono altri grandi pittori del Manierismo Internazionale. Tra i più celebri vi sono il fiammingo Bartholomaus Spranger (1546-1611) e il tedesco Hans van Aachen (1552-1615). Spranger, in particolar modo, rappresenta un esempio insuperato nell’uso delle allegorie, una pittura, quella del fiammigo, celebrale e complessa, ma do grande fascino.

Oltre ad essere committente di importanti artisti dell’epoca, Rodolfo II fa anche un accanito collezionista. L’Imperatore mise le mani su numerose opere italiane (Parmigianino, Veronese, Correggio e altri), tedesche (Durer) e fiamminghe (Pieter Brueghel il Vecchio).

Da ricordare la vicenda legata all’acquisizione della Festa del Rosario (1506) di Albrecht Durer che l’Imperatore fece arrivare da Venezia, dove si trovava presso il Fondaco dei Tedeschi, portato in spalla (il quadro ha una dimensione di 164×192 cm) e coperto da lana e teli. Il dipinto fu conservato al monastero praghese di Strahov.

La collezione di Rodolfo II, la celebre Camera delle Meraviglie (Wunderkammern), era ospitata nell’ala Nord del Castello. Nella Wunderkammern, come era abitudine all’epoca, coesistevano opere artistiche e reperti naturalistici. Lo studio del mondo naturale fu l’altra passione di Rodolfo II.

Tra Alchimia e Scienza
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Veduta notturna del Castello di Praga e della Cattedrale di San Vito

Non meno importante fu il suo interesse per le scienze. Nella corte di Praga coesistettero diverse concezioni di scienza: quella ufficiale, Tycho Brahe e Kepler, e quella più esoterica ed occultista, Edward Kelley e John Dee. A Praga soggiornò anche, seppure brevemente, nel 1588 Giordano Bruno.

L’astronomo  e astrologo danese Tycho Brahe (1546-1601) rappresenta, tuttavia, una figura intermedia tra le due anime della Scienza rodolfina. Brahe, a Praga dal 1598, fu attivo nell’osservatorio del Castello di Benatky. Brahe, sostenitore del geocentrismo, alternò all’osservazione degli astri, il mestiere di astrologo e di alchimista.

Assistente del danese fu il tedesco Johannes Kepler (1571-1630), italianizzato Keplero. Keplero fu, invece, sostenitore dell’Eliocentrismo, e formulò le tre celebri sul movimento dei pianeti, pilastri della Cosmologia. Nel 1627 pubblico le Tabulae Rudolfinae, un importante catalogo astronomico, in onore a Rodolfo.

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Vicolo d’Oro

A Praga soggiornarono, però, anche occultisti ed alchimisti di chiara fama: gli inglesi John Dee, filosofo, cabalista ed occultista, e Edward Kelley, che si pensava conoscesse la formula per trasformare i metalli in oro e l’alchimista polacco Sendivogius.

Rodolfo II fu ossessionato dall’Alchimia. Un indicazione della sua ricerca è rimasta nella toponomastica praghese. Infatti, nei pressi del Castello, si trova il Vicolo d’Oro, una strada abitata dagli alchimisti dell’Imperatore.

Rodolfo II politico

Non dimentichiamoci che Rodolfo II fu, soprattutto, l’Imperatore del Sacro Romano Impero. Gli anni del suo regno furono contraddistinti dalla tolleranza religiosa. Nel 1609 promulgò la Lettera di Maestà ai suoi sudditi cechi nella quale garantiva la libertà religiosa ai protestanti.

Osteggiato sia dai cattolici che dai protestanti, con l’Ungheria in rivolta, fu di fatto esautorato dal fratello Mattia nel 1611. Muore solo e malato a Praga nel 1612.

La fine della Praga rodolfina: La Guerra dei Trent’Anni

Con la morte di Rodolfo si chiuse un’epoca a Praga e in Europa. Con lui finiva il Cinquecento, curioso, manierista ed esoterico e iniziava il Seicento. L’Europa si avvicinava, quindi, a grandi passi alla quella enorme tragedia che fu la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648) che proprio da Praga, e dalle sue tensioni religiosi, prese avvio.

La Praga rodolfina scomparve nella Battaglia della Montagna Bianca (1620) e nelle razzie svedesi. Parte della collezione di Rodolfo, tra cui anche il Vertumno, fu portata in Svezia, quale bottino di guerra. Soltanto la Festa del Rosario rimase a Praga (oggi è al Narodnì Galerie).

 

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