Mi ricordo Cezanne

 

l 19 gennaio 1839 nasceva ad Aix-en-Provence il pittore Paul Cezanne (1839-1906). Lo vogliamo brevemente ricordare ripercorrendo la sua vita e la sua arte; anche attraverso le parole del libro di Emile Bernard “Mi ricordo Cezanne”.  Bernard ci restituisce, infatti, un impareggiabile ritratto privato del genio provenzale da anziano (siamo nel 1904), quando il suo messaggio artistico stava per sprigionare le sue nascoste potenzialità nella stagione delle Avanguardie storiche.

Paul Cezanne: gli inizi
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Autoritratto (1879-1882)

Nato nel Sud della Francia, da una famiglia di origine piemontese, Paul si avvicinò alla pittura e all’arte solo dopo i 20 anni. Il giovane Cezanne (più corretto è Cézanne), abbandonati precocemente gli studi giuridici, si addentrò nel vibrante mondo artistico parigino. Fedele compagno dell’artista fu lo scrittore Emile Zola, amico fraterno di Paul sin dagli anni di Aix. Negli anni ’50-’60 del secolo la capitale francese costituiva il centro globale delle nuove sperimentazioni del mondo dell’arte. A cominciare con Gustave Courbet, con il suo prorompente realismo, il dogma accademico era stato messo in discussione delle nuova generazione di artisti.

Cezanne, iniziata l’Accademia nei primi anni ’60, entrò ben presto in contatto con altri grandi (futuri) nomi del panorama artistico: tra i quali Sisley, Renoir e Monet. Espose nel 1863 al Salon des Refusès. Negli anni successivi Cezanne approfondì una ricerca artistica sempre più personale lontana dagli schemi tradizionali.

L’Impressionismo “eretico”
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La casa dell’Impiccato

Nel 1874 partecipò alla prima mostra del gruppo degli Impressionisti presso lo studio del fotografo Felix Nadar. La sua posizione si dimostrò da subito differente. Le due opere presentate da Cezanne, La Moderna Olympia e La casa dell’Impiccato, si distaccano dalla tendenza retinica e luministica di Monet e degli altri impressionisti. L’interesse del pittore provenzale è, invece, focalizzato, sulla resa fisica degli oggetti e dei paesaggi. La casa dell’Impaccato (1873, Parigi, Musèe de Orsay), seppur dipinto en plein air, come era abitudine degli impressionisti, rappresenta a pieno l’aspirazione plastica di Cezanne.

Gli ultimi anni

“In natura tutto è modellato secondo tre moduli fondamentali: la sfera, il cono e il cilindro. Bisogna imparare a dipingere queste semplicissime figure, poi si potrà fare tutto ciò che si vuole”. La frase di Cezanne esemplifica l’indirizzo del suo sperimentalismo. Questa ricerca portò l’artista di Aix-en-Provence verso l’anti-naturalismo geometrizzante. La lontananza teorica dall’Impressionismo è massima.

Negli ultimi anni di vita Cezanne si isolò dal mondo artistico parigino ritirandosi a vivere nella natia Provenza. Ed è qui i dipinti nei quali porta alle estreme conseguenze la sua impostazione teorica. Cogliere la vera essenza degli oggetti e della realtà al di là dell’apparenza per far emergere la vera struttura dell’Essere. Un intendimento più filosofico che artistico.  Il fattore speculativo avrà grande eco nella stagione delle Avanguardie.

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Natura morta con mele e arance

Le opere che più esprimono gli esiti più estremi della ricerca di Cezanne appartengono agli ultimi anni di vita del pittore; per citarne alcune: I giocatori di carte (1890-1895), Le grandi Bagnanti (1895-1896), Natura morta con mele e arance (1899) Le Bagnanti (1905), Montagna di Sainte-Victoire (1906; soggetto ripetuto più volte). In queste opere Cezanne si allontana definitivamente dal dato naturale aprendo, così, la strada alla stagione delle Avanguardie.

Cezanne muore nel 1906 ad Aix-en-Provence. L’anno successivo viene organizzata al Salon d’Autoumne una retrospettiva in suo onore. Tale mostra costituirà un evento formativo fondamentale per gli artisti della nuova generazione, Matisse e Picasso in testa, e per la loro definizione sperimentale. Cezanne, insieme a Rousseau il Doganiere, è considerato il padre nobile delle Avanguardie.

L’incontro con Emile Bernard
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La Montagna Sainte Victoire

Nel febbraio del 1904 Emile Bernard (1868-1941), artista francese della realtà post-impressionista, fondatore del gruppo del Nabis, di rientro da un lungo soggiorno in Egitto, visitò l’anziano Cezanne nel suo ritiro di Aix-en-Provence. Il genio provenzale, notoriamente burbero e scontroso, si confidò con il giovane collega. I due trascorsero un mese a conversare di arte  e altre faccende. Il breve testo di Bernard disegna il ritratto di un uomo ombroso, umile, ma anche affabile e risoluto che studiava e conosceva l’arte dei secoli passati. Un grande artista che viveva per la sua ricerca.

Bernard, così, conclude il suo volumetto:” Credo, che se si arriverà mai a capire la lezione di Cezanne, essa determinerà un ritorno ai grandi maestri, assieme all’amore della verità oggettiva allora si adempierà anche il suo unico voto: ” Bisogna ridiventare classici attraverso la natura”. Cezanne è un ponte gettato al di sopra del conformismo, e grazie al quale l’Impressionismo ritornerà al Louvre e alla sua vita più vera”.

Cezanne è stato, come scrive Bernard, un punto di rottura con il passato e un ponte verso il futuro. Un grande artista al quale è doveroso rendere omaggio.

 

 

 

 

 

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