La scanzonata scartocciata di Johann Zoffany

Johann Zoffany, La Tribuna degli Uffizi, Windsor, Royal Collection

Il 13 marzo 1733 nasceva a Francoforte sul Meno Johann Zoffany, uno dei massimi esponenti della pittura europea del secolo. Attivo principalmente presso la corte reale inglese, il pittore tedesco è famoso per i suoi lavori eseguiti in Italia tra il 1772 e il 1778. Presenteremo l’arte di Zoffany attraverso una sua opera italiana: La scartocciata, dipinto dal tema insolito che testimonia bene le aspirazioni del Settecento e la maestria tecnica del pittore tedesco.

La biografia

Nato in Germania da una famiglia di origine boema, il giovane Johann iniziò la sua carriera artistica formandosi come scultore. Solo in un secondo momento si avvicinò all’esercizio pittorico. Nel 1750 decise di trasferirsi a Roma dove studiò presso il pittore romano Agostino Masucci, maestro anche di Pompeo Batoni.

Nel 1760 trasferì a Londra. Nella capitale inglese Zoffany attirò ben presto l’attenzione della casa reale. L’artista si specializzò nel genere delle Conversation pieces, piccoli quadri che raffiguravano situazioni informali, nella resa degli interni e nei ritratti. Nel 1764 iniziò a lavorare per il re Giorgio III e per la regina Charlotte. Inoltre, fu cofondatore della Royal Academy.

Nel 1772, per conto della regina, il pittore ritornò in Italia. La permanenza italiana fu fondamentale per la carriera di Zoffany.

Il soggiorno italiano
Johann Zoffany, La Tribuna degli Uffizi, 1772-1778, Royal Collection

Durante il soggiorno italiano, che durò sei anni tra il 1772 e il 1778, il pittore tedesco dipinse alcune delle sue opere più conosciute ed apprezzate. Su tutte spicca sicuramente La Tribuna degli Uffizi, capolavoro assoluto del genere delle Conversation pieces e della resa meticolosa degli interni. Eseguito per la regina Charlotte, il dipinto si presenta come una riproduzione ragionata della celebre Tribuna e dei tesori. Zoffany raffigurò anche parte della comunità britannica residente a Firenze.

Durante il soggiorno fiorentino Zoffany ritrasse il granduca di Toscana Pietro Leopoldo. Da segnalare, inoltre, una graziosa scena di genere Banco della frutta dove il pittore descrive accuratamente la vita quotidiana della gente comune.

A conclusione del suo soggiorno italiano Zoffany visitò anche Bologna e Parma. Nella città ducale fu accolto con grandi onori. Nel 1778 fu nominato Accademico d’onore della Ducale Accademia di Belle Arti. Dipinse un ritratto del duca Ferdinando I di Borbone. Il ritratto oggi si trova nella Galleria Nazionale di Parma.

A Parma conobbe anche l’architetto di corte il francese Ennemond Petitot che lo invitò a partecipare alla festa della Scartocciata, organizzata nella sua villa di Marore.

La Scartocciata
Johann Zoffany, La scartocciata, 1778, Parma, Galleria Nazionale

La festa campestre della Scartocciata si svolgeva ogni ottobre nel contado di Parma. La Scartocciata non era altro che la scartocciatura delle pannocchie di mais. Si celebrava la fine della raccolta e l’abbondanza del raccolto estivo. Alle celebrazioni partecipava anche il padrone che serviva ai suoi contadini un pasto accompagnato dalla musica di un violino e di un tamburello. Un clima idilliaco di collaborazione tra le classe nel Secolo della Rivoluzione francese che pose fine all’Ancien Regime.

Zoffany descrisse la scena della scartocciata con estrema minuzia. Il dipinto è interessante anche per la storia del costume e delle tradizioni locali. Al centro, in primo piano, sono rappresentati i musicisti che altri non sono che gli stessi contadini. Si distingue un violino, un violoncello, un tamburello, suonato da un’anziana contadina e, a sinistra, altri due strumenti, una cornamusa e un bastone, suonati da due uomini in piedi. Al centro di questa improvvisata orchestra Zoffany raffigura un uomo vestito di nero con uno spartito in mano. Si ritiene che sia il fattore della tenuta. All’estrema destra un uomo tocca, quasi per pesarle, ebbro di gioia, delle pannocchie appese al muro.

A sinistra della scena il pittore tedesca dipinse un uomo riccamente vestito di nero con una pesante parrucca e un bastone sontuosamente decorato d’oro. La figura contrasta con il semplice vestiario dei contadini, nonostante partecipi comunque all’atmosfera scanzonata della scena. Si tratta probabilmente dell’architetto Petitot.

Nel dipinto Zoffany indaga meticolosamente la natura umana, anche nei suoi aspetti più semplici e triviali, come una festa contadina. Lo sguardo del pittore non giudica, ma descrive oggettivamente in consonanza con la cultura illuminista del secolo.

Un semplice quadro, che raffigura una festa contadina, con grande interesse culturale.

 

 

 

 

 

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