La guerra delle salamandre

“Pensate che l’evoluzione a cui è giunta la nostra società sia l’unica possibile sul questo pianeta?”. Con queste parole, scritte nel 1936, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, inizia La Guerra delle Salamandre, in ceco Vlaka s Mloky, dello scrittore ceco Karel Čapek , un grande intellettuale non molto conosciuto nel nostro paese. E se al posto dell’uomo, quale specie dominante, continua Čapek , ci fosse stata la salamandra, questa “avrebbe commesso gli stessi errori del nostro genere?”.

Karel Čapek

Lo scrittore nell’Introduzione sottolinea l’utilità del suo lavoro:  “non ho scritto di fantasia, ho voluto parlare della realtà. Ho voluto reagire a questa.”

Karel Čapek , uno scrittore attuale

Prima di addentrarci nel curioso mondo delle salamandre, è, però, necessario presentare brevemente l’autore per comprendere meglio la sua opera inserendola nel contesto che l’ha prodotta.

Karel Čapek nacque nel 1890 a Male Svatonovice, piccolo villaggio della Boemia, oggi Repubblica Ceca e allora parte dell’Impero Austro-Ungarico. Dopo gli studi universitari, negli anni della prima guerra mondiale, esercitò la professione del giornalista lavorando per il quotidiano Lidovy noviny. Divenne, inoltre, amico personale di Tomas Garrigue Masaryk, primo presidente della Cecoslovacchia.

Nel primo dopoguerra nella neonata Cecoslovacchia, Čapek s’impose all’attenzione del pubblico per la sua attività di drammaturgo. Nel 1920 scrisse, in collaborazione con il fratello Josef, la sua opera più famosa R.U.R. Rossumovi univerzalni roboti. Nel dramma lo scrittore boemo coniò la parola robot dal ceco robota, lavoro forzato. In R.U.R. compaiono alcuni temi che caratterizzano tutta la carriera dell’autore ceco. Tra questi da citare: la critica contro il mondo contemporaneo e contro gli eccessi del progresso e del razionalismo.

Queste due tematiche si ritrovano nei suoi drammi successivi: La vita degli insettiL’Affare Makropoulos, La Fabbrica dell’Assoluto e Krakatit.

Negli anni Trenta Čapek si dimostrò nelle sue opere, apparentemente utopistiche, ma sempre attuali, critico verso la situazione e in particolare verso le dittature fasciste che emersero in Europa. Da citare, ad esempio, il bellissimo romanzo La Malattia Bianca e l’incompiuto dramma teatrale La Madre. Proposto ripetutamente per il Premio Nobel per la Letteratura, non ottenne mai l’ambito riconoscimento.

Lo scrittore boemo morì improvvisamente nel dicembre 1938, pochi mesi dopo l’occupazione nazista della Cecoslovacchia.

Čapek fu un artista sempre impegnato. La sua opera, seppure in forma satirica e surreale, esprime un punto di vista militante sulla contemporaneità. Un scrittore che resta ancora oggi attuale.

Il cammino verso la civiltà delle salamandre
Copertina di una versione inglese dell’opera

Il romanzo si apre negli eroici mari dei Sud.  Il primo protagonista è il capitano boemo Vantoch che per conto della Compagnia delle Indie Orientali Olandesi,  ricerca perle. Durante la sua attività, il capitano scoprì degli strani esseri, le salamandre. Queste gli offrirono spontaneamente collaborazione nella pesca delle perle. Affascinato da  tali creature, Vantoch iniziò ad addestrare le salamandre.

L’azione si sposta, quindi, in Boemia dove il capitano propose ad un ricco industriale praghese di creare una società per l’allevamento delle salamandre. Parallelamente allo sfruttamento degli animali, gli scienziati di tutto il mondo iniziarono a studiare la biologia e il comportamento delle salamandre. Čapek inserisce una copiosa documentazione, ovviamente fittizia, di articoli scientifici ed articoli di giornali. Il romanzo alterna toni e scritture diverse restando sempre godibile.

Rapidamente, grazie a Vantoch, le salamandre si diffusero in tutto il mondo. Dopo poco tempo iniziarono, inoltre, con grande stupore degli umani, a parlare. Le salamandre assunsero progressivamente una crescente importanza nella società. Il lavoro degli animali portò all’umanità una grande ricchezza. Gli Stati, tuttavia, sempre più avidi, incominciarono a duellare militarmente sul possesso delle risorse e delle coste, abitate dalle preziose bestie.

La guerra delle salamandre

La Germania sostenne che le proprie salamandre si erano evolute in una razza superiore. Ma, gli animali, sempre più consapevoli della loro forza, si ribellarono all’uomo. Fondamentale in questo avvenimento fu il bisogno di creare nuove coste, data che la popolazione delle salamandre aveva raggiunto un numero ragguardevole.

Segui una strana guerra dove gli animali, capeggiati dal misterioso Chief Salamander, fecero progressivamente inabissare la terra al fine di ampliare la superficie delle coste. La terra emersa fu rapidamente erosa. Il destino dell’umanità, che aveva sconsideratamente sfruttato le salamandre per i propri bisogni, era, quindi, segnato. Solo alcuni gruppi di uomini riuscirono a sopravvivere rifugiandosi nelle più alte montagne. La supremazia delle salamandre si concluse bruscamente a causa di una sanguinosa guerra intestina che portò alla definitiva estinzione degli animali.

I temi del romanzo

Čapek nel romanzo coniuga una critica alla realtà contingente degli anni Trenta. Mette alla berlina, infatti, le insensate convinzioni del suo tempo, il nazionalismo e la vocazione bellicista che porteranno l’Europa alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Ma lo sguardo critico dello scrittore boemo si rivolge anche al modello capitalista della società e alle sue conseguenze, quali sfruttamento e l’esaurimento delle risorse naturali.

Čapek riesce a rendere il libro sempre leggero, ma allo stesso tempo profondo. La grandezza del romanzo, inoltre, è da ricercare nella sapiente modulazione di toni narrativi. Un grande libro attuale. Da scoprire.

 

 

 

 

 

 

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