Jeff Koons: l’arte del successo

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Jeff Koons

Il 21 gennaio 1955 nasceva a York (Pennsylvania) Jeff Koons, vera e propria star dell’arte contemporanea. Artista controverso, non molto amato dalla critica, ma sicuramente premiato dal sistema dell’arte. Un artista, o meglio un brand, che è tra le icone del nostro presente.

Jeff Koons: gli inizi e gli anni ’80

Koons, compiuti gli studi accademici presso la School of Art Institute of Chicago e il College of Art di Baltimora, si trasferì a New York dove iniziò a lavorare alle sue prime opere, contenute nella serie Pre-New. Contemporaneamente si avvicinò al mondo finanziario. Nel 1980 ottenne la licenza di operatore di borsa. Cominciò, così, a lavorare a Wall Street. L’esperienza di broker si rivelò decisiva anche per il suo successivo approdo al mondo artistico.

Ritornato ad occuparsi a tempo pieno della sua carriera artistica (aveva precedentemente lavorato al Metropolitan Museum di New York e come assistente del pittore ed ex professore Ed Paschke) alla metà degli anni ’80, Koons si mise presto in luce nella nuova generazione di artisti. Il giovane Koons s’impose, quindi, rapidamente al grande pubblico.

L’attenzione dell’artista si focalizzò, da subito, sulla società contemporanea e i suoi consumi. Le sue prime opere mettono in luce le strategie commerciali di presentazione degli oggetti.

Nell’opera di Koons non c’è, come anche nella Pop Art, nessuna volontà critica al sistema. La sua arte è soltanto una presa d’atto della realtà.

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Jeff Koons, Three Ball 50/50 Tank

Nel 1980 espose presso il New Museum di New York degli aspirapolveri. Il titolo dell’installazione era New. Koons, esponendo degli aspirapolveri, evidenzia la soverchiante dimensione estetizzante che è stata attribuita all’oggetto comune allo scopo di facilitarne la vendita, e quindi il consumo.

L’artista proseguì la sua ricerca sul consumismo nel 1985 con la serie Equilibrium. Faceva parte di questa serie la celeberrima Three Ball 50/50 Tank (Spalding Dr. J Silver Series), tre palloni da basket sospesi in acqua distillata. Una condizione di precarietà e di equilibri dall’alta valore metaforico.

Negli’80 si susseguirono altre serie, come Banality e Luxury and Degradation, dove l’oggetto comune, magnificato e tirato a lucido, è reso appetibile al consumatore. In Koons, quindi, si iniziano ad unire diversi piani della realtà, arte e il consumo. L’arte è diventata consumista: provocare il desiderio di possederla per acquistarla.

Il successo: la sua vita come un’opera d’arte
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Jeff Koons, Ilona on top

Gli anni ’90 decretarono il successo planetario dell’artista statunitense. Il decennio si apre con le nozze di Koons con l’attrice pornografica ungherese Ilona Staller, meglio conosciuta come Cicciolina. L’artista iniziò la serie Made in Heaven (1989-1991), che illustra, con carattere smaccatamente esplicito, la natura sessuale della relazione dell’artista con la moglie. Koons, attraverso questa serie, fonde la propria vita con la sua attività artistica.

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Jeff Koons, Puppy (1999), Bilbao, Guggenheim Museum

Negli anni ’90 l’artista cominciò a cimentarsi anche, nelle serie Celebration e Puppy, con sculture di grandi dimensioni. Le piccole statuine degli anni ’90 diventano giganteschi palloncini di acciaio lucido a forma di cane, Ballon Dog, o giganteschi ciondoli a forma di cuore. Puppy, invece, è un enorme cane “floreale” su struttura di acciaio. Un Puppy si trova fuori del Guggenheim Museum di Bilbao. Il Ballon Dog (Orange) è l’opera di un artista vivente più pagata al mondo, 58,4 milioni di dollari (2013).

Nei lavori degli anni ’90 Koons torna con insistenza sulla lucentezza delle superfici. Nella superficie lucidata, secondo le intenzioni dell’artista, si riflette la realtà rendendo, in questo modo, l’opera fenomenica.

Gli anni Duemila
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Jeff Koons, Popeye

Negli anni Duemila Koons inaugura nuove serie, Popeye Hulk Elvis, dove ancora una volta l’ oggetto, il cui soggetto è tratto dal mondo della cultura popolare, è magnificato e reso appetibile.

Nel 2006 espone l’Hanging Heart a Palazzo Grassi; l’enorme ciondolo sarà poi venduto alla cifra di 23 milioni di dollari. Alla fine del decennio inizia altre serie di riproduzione di statue antiche, Antiquity e Gazing Ball. Ha collaborato con Lady Gaga al suo disco Artpop (2013).

Negli ultimi grandi retrospettive, al Whitney Museum di New York e al Centre Pompidou per esempio, sono state organizzate in suo onore. Nel 2015 espone un dorato Pluto e Proserpina nell’Arengario di Palazzo Vecchio a Firenze (oltre a un Fauno Barberini, appartenente alla serie delle Gazing Ball, nel Cortile dello stesso Palazzo fiorentino). Una consacrazione tra i giganti della scultura.

Koons e il sistema dell’arte

Il successo di Koons è stato determinato, in larga parte, anche dal cosiddetto “Sistema dell’arte”. Il sistema, un’entità astratta formata da case d’aste, musei, collezionisti e mercanti d’arte, tira le leve del mercato dell’arte contemporanea. L’artista, oggi, non è soltanto creatività, ma è anche marketing e brand. Essere inseriti nel sistema è cruciale per raggiungere il successo.

Koons rappresenta il prototipo dell’artista che si è consacrato al sistema dell’arte, comprendendone ( e sfruttando) a pieno le sue potenzialità. L’artista statunitense, infatti, è inserito da sempre nel giro giusto. I grandi signori dell’arte contemporanea, Larry Gagosian, Francois Pinault in testa, gli sono sempre stati favorevoli.

Oggi l’arte contemporanea è diventata business e Koons ne è, fieramente, il suo campione.

Per avere una panoramica completa su Koons e la sua opera consultate il suo sito personale.

 

 

 

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