Il Palazzo di Kromeriz, il Louvre moravo

Il palazzo arcivescovile di Kromeriz

Spero non appaia come un articolo per specialisti, ma in questa occasione mi piacerebbe presentarvi un gioiello nascosto della cultura europea, nel quale un ruolo essenziale lo gioca la componente italiana, il Palazzo arcivescovile di Kromeriz in Repubblica Ceca.

La Repubblica Ceca e il peso della cultura tedesca

Ci troviamo, come detto, in Repubblica Ceca, nazione che mi ospita da mese, nel cuore dell’Europa centrale. La Repubblica Ceca, o Cechia, è uno stato giovane con una storia antichissima ed interessantissima. Influenzata per secoli dai potenti vicini germanofoni, la cultura ceca si è spesso mischiata con la quella tedesca. Le terre ceche, bilingue per secoli, hanno dato i natali ad importanti esponenti della cultura tedesca ed austriaca come ad Sigmund Freud, nato a Příbor, in Moravia, da una famiglia di lingua tedesca. Un rapporto tra cechi e tedeschi non sempre pacifico che si è interrotto bruscamente nel 1948 con i decreti Brenes e l’espulsione della popolazione tedesca dalla Cecoslovacchia.

Anche a Kromeriz la componente tedesca fu decisiva.

Chi, dove, quando? Il contesto moravo
La posizione di Kromeriz

Kromeriz è un paese di circa 30 mila abitanti, situato nella regione di Zlin, la patria di Ivana Trump, in Moravia una delle due regioni storiche della Repubblica Ceca. La storia di Kromeriz è intimamente legata a quella di Olomouc e della sua diocesi. I vescovi, poi divenuti arcivescovi, di Olomouc nel corso dei secoli, sin dal Duecento, hanno esercitato un ruolo predominante della regione governando de facto tutta la Moravia.

Fondato nel Duecento il vescovo di Olomouc Bruno von Schauenburg, l’abitato di Kromeriz fu ben presto designato quale residenza estiva dei vescovi. Frammentarie ed elusive sono le tracce del primo Palazzo vescovile. Ristrutturato nel Cinquecento, fu adeguato alle innovazioni rinascimentali, provenienti dall’Italia.

Nel 1643 la Moravia, Olomouc e Kromeriz furono devastate, nel contesto della guerra dei Trent’anni, dalla furia delle armate svedesi. La ricostruzione si fece attendere 20 anni. Nel 1664 fu nominato arcivescovo di Olomouc Karl II di Liechtenstein-Castelcorno, un altro germanofono che segnò la storia ceca.

Karl II di Liechtenstein-Castelcorno
Medaglia commemorativa di Karl di Liechtenstein

Karl di Liechtenstein si adoperò da subito a risollevare le condizioni economiche e materiali della diocesi. Decise di rinnovare in senso barocco Olomouc e Kromeriz affidandosi a delle maestranze ticinesi e lombarde. Giovanni Pietro Tencalla, architetto ticinese di Bissone, compaesano del grande Francesco Borromini, fu incaricato di ristrutturare il Palazzo di Kromeriz. La residenza arcivescovile divenne, quindi, un fulgido esempio dell’architettura italiana d’Oltralpe. Della decorazione interna, e in particolare della celebre Sala Terrena, si occuparono altri artisti ticinesi-lombardi. Da citare in particolare Baldassare Fontana, stuccatore e scultore ticinese, che si era formato alla bottega di Antonio Raggi a Roma, e Paolo Pagani, pittore nativo di Valsolda.

Colpisce la qualità e l’erudizione del programma iconografico della Sala Terrena, nella quale il motivo conduttore, scelto personalmente dal Liechtenstein, è l’inesorabile trascorrere del tempo. Le fonti letterarie per il ciclo sono l’Iconografia del perugino Cesare Ripa e Le Metamorfosi di Ovidio.

I tesori di Kromeriz

Karl non si occupò soltanto di finanziare la ricostruzione o di stabilire il programma iconografico degli interni del palazzo, ma fu anche un insaziabile collezionista contribuendo, in maniera decisiva, a rendere Kromeriz il Louvre moravo.

Tiziano Vecellio, La Punizione di Marsia, opera tarda del grande artista veneziano.

Nel 1673 acquisì dai fratelli von Imstenraed, mercanti d’arte di Colonia, circa 400 dipinti di grande qualità, provenienti a loro volta dalle collezioni reali inglesi di Carlo I e del coltissimo Thomas Howard, conte di Arundel. Solo per citare gli artisti più celebri ricordiamo: Antonello da Messina, Paolo Veronese, Annibale Carracci, Tiziano Vecellio, Anthoon van Dyck, Sebastiano del Piombo, Tintoretto e Jacopo Bassano. La componente italiana fu molto rilevante.

Nell’Ottocento, nonostante numerose acquisizioni, la ricchezza della collezione arcivescovile fu molto ridotta a causa di avventate vendite. La perdita più significativa fu quella del San Sebastiano di Antonello, oggi al Museo di Dresda.

Karl non collezionò soltanto dipinti o disegni, ma fu anche un attento bibliofilo, fondando la biblioteca di Kromeriz nella quale figurano pregiati manoscritti, spartiti musicali e libri a stampa. Da citare anche la collezione numismatica. Infine, come non menzionare i magnifici giardini nei quali si condensa, ancora una volta, la cultura degli arcivescovi di Olomouc.

I giardini del palazzo

Kromeriz rappresenta, quindi, un gioiello della cultura mitteleuropea, con forti richiami a quella italiana, tutto da esplorare. Il palazzo arcivescovile è stato inserito nel 1998 dall’UNESCO nella lista dei World Heritage.

 

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