Il Giustizialismo- Un male italiano

Negli ultimi anni, sono salite alla cronaca molte vicende giudiziarie che hanno riguardato personaggi politici più o meno affermati. Tra i casi più seguiti ci sono le vicende giudiziarie che hanno riguardato Berlusconi.

In molti casi, abbiamo assistito a un accanimento incondizionato da parte sopratutto dell’informazione e di alcuni partiti politici. Si è creato un clima giustizialista. Dove chi è semplicemente imputato viene condannato immediatamente in modo barbaro e indiscriminato.  E’ dal 1992, dopo Tangentopoli, che la presunzione di innocenza, nell’opinione pubblica e politica, è morta dando spazio alla cultura giustizialista e a tutti i suoi estremi. Insomma il garantismo non esiste più. Se in una intercettazione si viene semplicemente nominati, diventa all’improvviso  criminali senza scrupoli. E così verrai ricordato.

Non sono più i giudici a decretare se sei innocente oppure colpevole, ma lo sono i giornalisti e la rete. Il giorno in cui si viene imputati in qualche caso parte la macchina del fango ma, il giorno in cui, magari, si viene assolti nessuno, né rete e né sistema informativo, ne parlerà più. In questo modo si apre un cortocircuito nel quale chi è stato indagato è colpevole e rimarrà tale per sempre.

Da questo punto di vista il giustizialismo ha fatto danni culturali enormi, sopratutto alle nuove generazioni. Un avviso di garanzia non è una condanna; questo dovrebbe essere insegnato nei luoghi di socializzazione, come la scuola o la famiglia, e anche dai mezzi di informazione che hanno gravissime colpe nell’avanzata di questa cultura politica.Ovviamente il problema riguarda anche il sistema giudiziario italiano che, per la sua lentezza, ha avviato questo processo di odio verso chi è accusato. Ci sono anche responsabilità politiche poiché una vera riforma della giustizia ancora non è stata fatta.

Spesso si sono usate le indagini come strumento di lotta politica con l’obiettivo di colpire la reputazione personale. Negli ultimi mesi ci sono stati innumerevoli casi di personaggi politici, simpatici o antipatici che siano, che hanno subito le conseguenze di questi speciali trattamenti: penso a De Luca che, inserito tra gli “incandidabili” della commissione antimafia,  ha ricevuto durante le elezioni regionali del 2015 una vagonata di illazioni su numerose testate giornalistiche cartacee e online. Nei mesi scorsi è stato assolto in 2 diversi procedimenti giudizia

Enzo Tortora mentre viene arrestato
Enzo Tortora mentre viene arrestato

ri perché il “fatto non sussiste”. Oppure penso a Marino che, subendo la stessa gogna mediatica per la vicenda “scontrini”, è stato assolto pochi giorni fa; si potrebbe fare un lungo elenco di personaggi politici: da Fiorito a Cota per finire a Vasco Errani.

Il caso Enzo Tortora, anche se datato, è il più emblematico di tutti. Arrestato per traffico di droga e per associazione di stampo camorristico, la TV e i giornali per un tempo quasi interminabile pubblicarono foto di lui arrestato e articoli totalmente falsi solo per infangare la reputazione di una persona che formalmente, e poi anche ufficialmente, era innocente.

Si sa, il giornalismo premia più la notizia sensazionale tralasciando le notizie che provocano meno attenzione nello spettatore/lettore. Come anche non citare, quindi, il famoso “metodo Boffo” che prende il nome da una vicenda del 2009. Dino Boffo, in un articolo sull’Avvenire, criticò il governo Berlusconi. Per questo attacco subì una serie di illazioni e falsità con lo scopo di screditarlo di fronte all’opinione pubblica da parte del Il Giornale. 

 E quindi per forza di cose rimarrà impresso solamente il fango gettato. Chi pagherà per tutte queste barbarie? Ovviamente nessuno.

 

 

 

 

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