Gli Acciaiuoli: una famiglia fiorentina sull’Acropoli di Atene

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Veduta di Firenze

Firenze, la seconda Atene, è sicuramente una delle città che più ha segnato la storia dell’Umanità. Una città che ci ha consegnato grandi storie e grandi uomini. Una città che ha contribuito a formare la nostra società e la nostra cultura. A Firenze “tutto spira grandezza, gusto, umanità, purezza, e bellezza, nel più alto grado” (Klemens von Metternich). O forse spirava.

Una città che ha visto prosperare grandi famiglie: i Medici, i Rucellai, gli Strozzi, gli Albizi (o Albizzi), i Pazzi, i Cerchi e i Donati; solo per citare le più famose. Nel variegato mondo fiorentino una posizione di rilievo la occupano senz’altro gli Acciaiuoli (o Acciaioli), la famiglia che ebbe l’ardire di costruirsi un proprio palazzo nell’Acropoli di Atene.

Nel Cinquecento Vincenzo Acciaiuoli, uomo di vasta cultura e fondatore dell’Accademia degli Alterati, era solito dispiacersi del fatto che il sommo poeta Dante Alighieri non avesse nominato la sua famiglia nella Divina Commedia.  Ma, nonostante questa illustre “dimenticanza” la storia degli Acciaiuoli merita di essere ricordata.

Gli Acciaiuoli a Firenze
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Stemma della famiglia

La storia degli Acciaiuoli iniziò lontano da Firenze. La famiglia, originaria di Bergamo, infatti, si stabilì a Firenze intorno al 1160 con il patriarca della casata Guglierello. Il Guglierello, in quanto guelfo, fu costretto ad abbandonare la natia Brescia per sfuggire alle persecuzioni  dell’Imperatore Federico Barbarossa.

Il nome delle casata rende evidente l’originaria attività della famiglia. Infatti, gli Acciaiuoli in Lombardia erano attivi come mercanti di acciaio. Dopo il trasferimento in Toscana la famiglia variò i propri interessi economici.

Gli Acciaiuoli a Firenze divennero lanaioli adeguandosi, così, all’attività predominante (e più redditizia) della città. Nel corso del Duecento la famiglia allargò i propri interessi anche al commercio di vino, di olio, di spezie e al cambio. Alla fine del secolo la casata si unì in società con i Bardi e i Peruzzi. Con i nuovi alleati aprì numerose filiali commerciali in Italia e in Europa.

Il Trecento: la fortuna della famiglia

Il Trecento segnò la gloria della casata. La famiglia, infatti, acquisì un ruolo predominante nel mondo economico dell’epoca. Gli Acciaiuoli, con i propri alleati, divennero i banchieri di signori, feudatari, sovrani e perfino dei papi che affidarono loro importanti incarichi come la riscossione delle imposte del clero. La famiglia prestò anche ingenti somme di denaro, tramite la succursale a Rodi, all’Ordine dei Gerosolimitani. Oltre a questo, la casata ottenne il monopolio nel commercio delle granaglie.

Nel corso del Trecento la casata affrontò diversi rovesci finanziari dai quali seppe, comunque, riprendersi. Furono, infatti, coinvolti nel fallimento dei Bardi e dei Peruzzi nel 1345. Dal tracollo delle due famiglie consorelle gli Acciaiuoli uscirono indeboliti, ma non sconfitti. Figura centrale nel risollevare le sorti familiari fu il vescovo di Firenze Angelo Accaiuoli.  Dalla seconda metà del secolo la fortuna della famiglia si legò, però, quasi esclusivamente agli Angioini di Napoli.

Gli Acciaiuoli a Napoli
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Andrea del Castagno, Niccolò Acciaiuoli da Serie degli Uomini Illustri (1435)

Il Trecento è soprattutto il secolo di Niccolò Acciaiuoli (1310-1365). Niccolò, figlio di Acciaiuolo, si stabilì, come il padre, a Napoli per gestire la locale filiale del Banco. Nella città partenopea Niccolò entrò in contatto con la corte angioina divenendo Gran Siniscalco del Regno. Niccolò si preoccupò anche di completare il palazzo cittadino della famiglia in Borgo SS. Apostoli (zona Ponte Vecchio) e finanziò la costruzione di monastero dell’Ordine Certosino, la Certosa del Galluzzo, situato nelle colline fiorentine.

Altra personalità di riguardo della famiglia il nipote di Niccolò, Neri (o Ranieri) che, per conto degli Angioini, sottrasse Atene e parte del Peloponneso ai Catalani. Neri nel 1388 divenne, per volere del re di Napoli Luigi II, duca di Atene, signore di Tebe, Corinto, Megara e Platea.

Gli Acciaiuoli ad Atene: il palazzo sull’Acropoli

Gli Acciaiuoli si insediarono ad Atene abitando in primo momento della città bassa. Nel 1395 Niccolò da Martoni, notaio padovano, in visita ad Atene, sostiene che i Propilei, l’edificio d’ingresso al plateau, edificati da Pericle nel V sec. a.C., erano liberi da muratura. L’edificazione del Palazzo Acciaiuoli nell’Acropoli avvenne nei primi decenni del secolo successivi con Neri II. Il riutilizzo delle strutture antiche dell’Acropoli non era affatto inusuale, ad esempio il Partenone era adibito a chiesa, mentre l’Eretteo era divenuto la residenza del Vescovo di Atene.

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Ricostruzione del Palazzo Acciaiuoli sull’Acropoli

Neri II occupò i Propilei, adattandoli alla nuova funzione abitativa. Ciriaco d’Ancona nel 1446 descrive la nuova residenza del Duca d’Atene. “E quando mi recai presso Nerio Acciaiuoli, un fiorentino che era principe di Atene in quei tempi, lo trovai sull’Acropoli. […] Ma ciò che notai con speciale piacere guardando attentamente la grandiosa opera che era il suo insigne palazzo, fu il suo straordinario portico”.

La casata fiorentina costruì, inoltre, a nord dei Propilei una torre, conosciuta come torre dei Franchi. Gli Acciaiuoli, tuttavia, non si godettero a lungo la suntuosa residenza. Infatti, nel 1458 il sultano Mehmet II  conquistò il ducato di Atene ponendo fine al loro potere. L’ultimo duca Francesco II Acciaiuoli fu assassinato dai nuovi dominatori turchi nel 1460.

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Una veduta contemporanea dei Propilei e del tempio di Atena Nike

Si concluse, così, la parabola degli Acciaiuoli, duchi di Atene, che ebbero l’onore di abitare in uno dei luoghi più famosi al mondo. Il palazzo Acciaiuoli fu abbattuto nel 1830 nel corso dei lavori di ripristino dell’identità classica dell’Acropoli.

Gli Acciaiuoli dopo Atene

La storia della famiglia non si concluse però nel 1460. La casata, divenuta alleata dei Medici, continuò a prosperare  per secoli. La famiglia si estinse nel 1834; un ramo della casata è ancora presente in Brasile.

 

 

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