Donna Olimpia Maidalchini tra arte e politica

Alessandro Algardi, Ritratto di Donna Olimpia Maidalchini

Il 26 maggio 1592 nasceva a Viterbo Olimpia Maidalchini, detta in maniera dispregiativa dal popolo romano la Pimpaccia o la Papessa, una delle donne più potenti e odiate del Seicento. Riguardo alla temutissima Donna Olimpia sono sorte molte leggende e dicerie. La sua vita, come anche la sua figura, è stata trasfigurata in mito. Cognata del papa Innocenzo X Pamphlj, sul quale aveva una grande influenza, è stata al centro della Roma barocca e delle sue vicende artistiche.

Olimpia Maidalchini in Pamphilj

Olimpia nacque in una famiglia del patriziato cittadino di Viterbo. Ricevette un’educazione alquanto sommaria e fu avviata alla vita religiosa. La giovane Olimpia, tuttavia, si oppose a questo disegno e nel 1608 convolò a nozze con un nobile locale, Paolo Nini. Divenuta dopo poco vedova, si risposò, grazie agli uffici del padre, con Pamphilio Pamphilj, nobile romano di circa 30 anni più anziano. I due ebbero tre figli. Pamphilio morì nel 1639.

Pamphilio era il fratello del potente cardinale Giambattista Pamphilj, che ricopri importanti incarichi nella curia romana. Con il cognato ebbe sempre un ottimo rapporto. E soprattutto dopo il 1644 quando Giambattista fu eletto papa con il nome di Innocenzo X.

La Papessa
Diego Velazquez, Ritratto di Innocenzo X

Papa Innocenzo X fu un protagonista della storia e dell’arte del Seicento. Il pontefice ebbe, infatti, la straordinaria fortuna di essere ritratto da grandi artisti quali Bernini, con cui non ebbe non un buon rapporto, Velaquez ed Algardi, suo artista prediletto. Nonostante il suo aspetto; non proprio gradevole. La leggenda narra che Guido Reni lo scelse quale modello, prima dell’elezione a papa, per il demonio atterrato dall’Arcangelo Michele per la pala dell’altare della Chiesa dei Cappuccini a Roma.

Innocenzo X fu politicamente filo-spagnolo in apertura rottura con il suo predecessore papa Urbano VIII Barberini, fortemente filo-francese.

Un ruolo importante nella nuova Roma pamphiliana se lo ritagliò la cognata del papa, Olimpia Maidalchini. La tradizione vede in lei una figura centrale di questo periodo. Chiamata maliziosamente la papessa, per una pretesa relazione amorosa con Innocenzo, fu fondamentale nella politica pontificia del cognato ottenendo grandi ricchezze ed influenzando molte scelte politiche. Ma anche artistiche, come vedremo.

Donna Olimpia ottenne nel 1664 la tenuta di San Martino al Cimino nei pressi di Viterbo, oltre all’omonima abbazia e il titolo di principessa. La papessa fece completamente restaurare l’abbazia.

Donna Olimpia nell’arte. Bernini ed Algardi

Due episodi legano la Papessa al ricchissimo mondo artistico della Roma Seicentesca. Due episodi che vedono al centro due grandi artisti: Gian Lorenzo Bernini ed Alessandro Algardi. Partiamo con Bernini.

Veduta della Fontana dei Quattro Fiumi

Caduto in disgrazia dopo la morte del suo mentore Urbano VIII e la disfatta architettonica delle torri di San Pietro, Bernini era alla ricerca di un’occasione per entrare nelle grazie di Innocenzo X  che gli preferiva Borromini ed Algardi. Nel 1650 il divino scultore si prese la sua rivincita “corrompendo” proprio Donna Olimpia. Infatti, stando a quanto si tramanda, l’artista napoletano fece recapitare alla Papessa un modellino d’argento del suo progetto  per la Fontana di Piazza Navona.

Rimasta estasiata dal progetto, Donna Olimpia convinse il cognato ad affidare la progettazione della Fontana dei Quattro Fiumi a Bernini. Dal 1650 la carriera del “Genio del secolo” non conobbe più intoppi.

Il secondo caso riguarda lo scultore bolognese Alessandro Algardi che grande fortuna ottenne nella Roma innocenziana. Algardi ritrasse Donna Olimpia in ritratto marmoreo, oggi alla Galleria Doria-Pamphilj di Roma, ricco di espressività. All’epoca l’esecuzione di un ritratto scultoreo di una donna era un evento più unico che raro. Il carattere fiero ed ambizioso della donna emerge prepotentemente dalle pieghe del marmo finemente levigato dall’artista emiliano. Nella cuffia dispiegata dal vento e nei suoi occhi penetranti emerge tutta l’ambizione di Donna Olimpia.

Le fortune della Pimpaccia si interruppero nel 1655 alla morte di Innocenzo X. Costretta al confino nelle sue tenute viterbesi ed osteggiata dalla curia romana, mori nel 1667. Una figura controversa e poco amata. Una donna di potere che ha lasciato un segno nella storia di Roma e nell’arte del Seicento.

 

 

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