Doonbeg: il paese del presidente Trump

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Donald Trump all’inaugurazione del suo hotel a Doonbeg nel 2014

Donald Trump ha vinto a sorpresa le elezioni presidenziali negli Usa. Ma questo già lo sapete. Quello che forse non sapete che il neo presidente eletto è anche il general manager, nonché il proprietario, dell’International Trump Hotel a Doonbeg (Clare County), in Irlanda, un suntuoso albergo a 5 stelle, dotato di ogni comodità. Niente di strano, è un multimiliardario ed i suoi interessi economici si estendono in tutto il mondo. Forse, ma non è così poichè, a detta del figlio di Donald, Eric Trump, la gestione resort di Doonbeg rappresenta la prova che il padre sarà un ottimo presidente. Una prefigurazione della politica del nuovo presidente, really?

L’International Trump Golf Links and Hoteldoonbegarial a Doonbeg

L’International Trump Golf Links and Hotel, questo è il nome completo del resort irlandese, è quanto di meglio si possa immaginare in fatto di struttura alberghiera. Ad iniziare dalla suggestiva posizione che permette ai (fortunati) ospiti di godere dell’emozionante scenario dell’Oceano Atlantico. Situato appena fuori l’abitato di Doonbeg, in riva all’Oceano, vicino alle celeberrime spiagge bianche, White Strand, l’International Trump Hotel offre una vasta scelta di servizi. Donald Trump ha acquistato l’albergo nel 2014 alla cifra di saldo di 8,7 milioni di euro. Spiccioli.

Lussuose camere con servizio in camera, pacchetti vacanze in base alle esigenze del cliente, una favolosa Spa, fornita di ogni tipo di trattamento, cottages privati, escursioni guidate per ammirare le bellezze naturalistiche dell’isola di smeraldo, un parco giochi per i piccoli ospiti e l’ immancabile campo da golf, dove fare due buche, cullati dall’incessante vento atlantico. Un esclusivo paradiso terrestre, insomma. Solo il prezzo può non essere alla portata delle tasche di tutti. Si parte, infatti, dai €190 a notte, per una singola, e si può raggiungere anche i €500 a notte. Se prenotate usufruendo dei pacchetti promozionali si può risparmiare qualcosa. Per chi fosse interessato questo è il sito internet:https://www.trumphotels.com/ireland/.
Tutto bene, quindi; se Trump governerà come gestisce il resort di Doonbeg il futuro si prospetta roseo. Si prospetta roseo per chi è ricco e si potrà permettere il meglio in puro stile americano. Ma per gli altri?

Doonbeg e l’Irlanda
 
Prima, però, precisiamo meglio dove ci troviamo. Doonbeg è un piccolo villaggio di 750 abitanti, situato nel bel mezzo di uno dei tratti di costa più affascinanti in Irlanda. A due passi dalla White Strand e dalla Loop Head, non lontano dalle Cliffs of Moher e dal Burren. Nel cuore del County Clare e della Wild Atlantic Way. Fino agli anni ’50 il piccolo paese la lingua parlata era l’irlandese. Gli abitanti, esposti alle intemperie oceaniche, vivevano di pesca. Doonbeg è stata una terra d’emigrazione. La bisnonna del prossimo vicepresidente Mike Pence, attuale governatore repubblicano dell’Indiana, emigrò a cercar fortuna negli Stati Uniti proprio dal villaggio del County Clare. Quanto si dice il caso.
Oggi, Doonbeg si è trasformata. Alla pesca si è sostituito il turismo. All’irlandese l’inglese. Solo il clima è  rimasto uguale.
Trump, Doonbeg e l”Irlanda

Manifesto elettorale satirico irlandese. Trump non è molto amato sull’isola

 

 

I rapporti di Trump con gli irlandesi non sono amichevoli. La causa è da ricercarsi nelle frasi non sempre appropriate rivolte dal tycoon statunitense verso i vicini gaelici. Trump ha, infatti, definito il suo resort “small potatoes”. Non proprio un complimento. In più il presidente eletto ha avuto un pesante alterco con il Taoiseach, il primo ministro, Enda Kenny sulla vendita delle quote azionarie della compagnia di bandiera irlandese Aer Lingus. Kenny ha definito durante la campagna elettorale Usa Trump “come un politico pericoloso e razzista”. Nello scorso giugno il Trump è stato accolto, al suo arrivo sull’isola, da critiche e manifestazioni di protesta.
Trump è, inoltre, contestato dagli ambientalisti locali. Il campo di golf, annesso all’hotel e costruito su impulso del miliardario statunitense ha, infatti, distrutto l’ecosistema naturale. Le dune naturali, modellate dalla forza del vento oceanico, sono state sostituite da orrende dune artificiali. Il riscaldamento globale, al quale il presidente eletto non crede nel modo più assoluto, ha compromesso la linea di costa ed ha eroso parte delle celebri spiagge bianche di Doonbeg. Fenomeni climatici sempre più estremi minacciano l’esistenza del campo di golf. La soluzione? Costruire un muro. La stessa ricetta da applicare contro l’immigrazione illegale.
Erigere un muro sulla costa di Doonbeg permetterebbe di salvare il campo di golf di Trump, ma distruggerebbe in modo irreparabile la natura del luogo. Come si spiega in questo video:

 

 

 

Nella gestione del resort Trump si è dimostrato impeccabile. Ma attorno a lui in Irlanda si respira una netta freddezza. Nella gestione dei rapporti con gli irlandesi è stato disastroso. Per non parlare poi della vicenda ambientale che è paradossale. Avrà sicuramente ragione Eric Trump, ma fare il presidente degli Usa non è così semplice come mandare avanti un hotel a 5 stelle. E il futuro, se queste sono le premesse, si prospetta tutt’altro che roseo.

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